I doni della morte e la giardiniera dell’anima
E invece mi sono ascoltata, e di spazio non ce n’era. O meglio, avrei dovuto lavorarci un po’. Da qui la scelta di lavorarci stando ferma in me. Ferma, centrata, in ascolto di ciò che è vero dentro.
E i germogli rigogliosi, le foglie scintillanti come diamanti nella luce del mattino, e i respiri, e la voglia di pregare cantando quieta. E la raccolta di qualche erba spontanea per la frittata, ovviamente.
Quella della potatura è una pratica che amo molto. Mi invita alla centratura e all’ascolto, prima ancora che alle informazioni tecniche di giardinaggio. Sento dove ha senso intervenire, aiutare, sostenere lo sviluppo della pianta. Le chiedo se è d’accordo, se posso procedere. E poi ascolto. Ogni singolo ramo. Osservo se ci sono gemme nuove, se il legno è secco o elastico, se c’è qualcosa da sfoltire alla radice. Procedo concentrata, come se fossi il suo parrucchiere di fiducia (bella metafora eh? Se penso al mio…)
E poi scelgo dove tagliare. E a volte, credetemi, taglio anche quando c’è un lungo rametto esile con in cima un ciuffetto sparuto di foglie. Non sempre, solo se sento che per la pianta spingere la linfa fino a lì ne disperde la forza.
Lo stesso mi accade quando seguo le persone con il Counseling o le Costellazioni Familiari.
(Niente manine mozzate, eh! )
Seguo le indicazioni della Vita, che sa tutto, guida tutto e ci permette di sperimentare.
Mentre taglio i rami secchi ho dei moti di gratitudine immensa verso i miei maestri, salgono comprensioni. Vedo con chiarezza che dietro ad ogni insegnamento prezioso, così come dietro ogni prova e comportamento duro (anche quelli più biechi, opinabili e da stronzi inverecondi) c’è sempre stata la mano amorevole della vita, ad insegnarmi i passaggi necessari.
Apprezzo ancora di più gli insegnamenti in cui la testimonianza è stata di profonda umanità e integrità del cuore. Chissà perché fin da piccola il solvente in grado di farmi digerire le cose difficili è sempre stato il cuore, l’atteggiamento gentile, e questo per me è un monito di cui fare sempre tesoro. Posso potare un ramo (un’abitudine, uno schema, una relazione, una parte di me..) con gentile fermezza, con equanime attitudine interiore. Al servizio della fioritura.
Per potare i rami secchi che vedete qui ho impiegato 45 minuti, e ne sono felice.
La Natura fa il suo corso, e noi con lei.
Buon rinnovamento dunque, sorridendo alla paura, al cambiamento e alle sue nuove misteriose evoluzioni.
Alessandra